sabato 17 febbraio 2007

Gesù aiutato dal Cireneo

Va Stazione - Gesù aiutato dal Cireneo

Ti Adoriamo, o Cristo, e Ti Benediciamo. Perchè con la Tua Croce hai redento il mondo!

Dal Vangelo secondo Luca

Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, Io fissò e gli disse: "Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù". Ma egli negò: "Non so e non capisco quello che vuoi dire". Uscì quindi fuori dal cortile e il gallo cantò.
E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: "Costui è di quelli". Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: "Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo". Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: "Non conosco quell'uomo che voi dite". Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: "Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte".
E scoppiò in pianto.

Meditazione

Il freddo e l'oscurità della notte sono squarciati dalle fiamme di un braciere, collocato nel cortile del palazzo del sommo sacerdote. I presenti tendono le mani verso quel tepore; i volti sono illuminati. Ed ecco quel riconoscimento che sconvolge Pietro e ne travolge la vita. Gesù, in un'altra notte di Gerusalemme, incontrando Nicodemo, aveva ricordato che . chiunque fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché le sue opere non vengano biasimate' (Gv 3,20). Pietro è irradiato da una luce che svela la sua miseria. la sua debolezza, l'egoismo e il timore dell'opinione dominante. La sua testimonianza si spegne subito nella vergogna e nella paura.
Poche ore prima aveva proclamato: "Anche se tutti si scandalizzeranno. io no!... Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò!" (Mc 14.29.31).
Ora egli pronuncia il verbo gelido della negazione e del distacco da Cristo: "Non conosco quest'uomo di cui parlate". Il sipario non cala, però, su questo rifiuto. C'è, infatti. un suono in quella notte: è il canto di un gallo. Una specie di squillo che lacera l'aria notturna di Gerusalemme, ma soprattutto l'anima di Pietro. E dai suoi occhi scendono le lacrime del pentimento, della purificazione, della speranza perché l'apostolo ricorda le parole che un giorno Gesù aveva pronunziato: "Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano" (Mt 5 44). Anche lui in quella notte fredda si sente un nemico amato, un persecutore perdonato. Non c'è momento di debolezza nella nostra vita, non c'è negazione della verità nella storia umana che non possano essere riscattati da questo amore.
Padre, Ave, Gloria